“Il folle gesto” dell’artista, Fondazione Morra-Greco!
- Pianeta Verde
- 18 apr
- Tempo di lettura: 3 min

“Conviene ed è necessario credere il male della disubbedienza di Adam e che disubbidendo Adam disubbidimmo tutti e che morendo Adam morimmo tutti.
Dico essere necessario a ciascuno, credere il male di Adam per venire a credere il bene di Cristo…”.
Juan De Valdes, “Le cento e dieci divine considerazioni”, Fratelli Bocca, editori Milani, 1944
In un’ottica d’alfabetizzazione permanente di un’area e di un territorio complesso come quello Napoletano, niente è stato ed è importante come presidio permanente come la Fondazione Morra Greco, spazio programmatico tra i più interessanti in Europa è Palazzo Caracciolo di Avellino, dove in questo momento è possibile osservare “E’ vietato l’ingresso agli addetti al lavoro”, mostra dedicata a Bruno Munari e il suo genio progettuale e processuale tra surreale e funzionale, tra metafisico e utile, tra razionale e irrazionale, un genio del Design che si è sempre mosso tra osservazione della natura e focalizzazione della sua irrazionale armonizzazione creativa del tutto.
Esposizione che s’accompagna a “Il folle gesto”, dove il Laboratorio di Nola di Vittorio Avella, Antonio Sgambati e Luigi Napolitano si mostra con tutte le sue interazioni e collaborazioni che l’hanno attraversato, mostrando uno stimolantissimo spaccato della storia dell’arte Napoletana che ha cavalcato la seconda parte del novecento traghettandoci fino qui, si possono ammirare dei veri gioielli come un acquaforte acquatinta dove Perino e Vele ci mostrano graficamente una forma in cartapesta farsi progetto grafico autonomo.

Renato Barisani con una sua acquaforte acquatinta esprime una purezza formale astratta in assoluto equilibrio cromatico.

Aniello Scotto ci mostra l’amore che volteggia sulle nostre teste come forza ed energia che muove e determina le cose.

Mario Persico padre della patafisica napoletana diverte fondendo surrealismo ed erotismo, stuzzicando e sollazzando libido e pulsioni creative generative.


Christian Leperino ci pone dinanzi un paesaggio urbano di periferia che pare avere lo stesso fascino enigmatico e riflessivo del Centro Direzionale di Napoli.

Intenso e pulsante Mario Schifano che si confronta con il Vesuvio e la sua energia, Mario è il Vesuvio!

Giuseppe Maraniello va oltre la stampa con una scultura che sembra muoversi ritualmente intorno la gestualità che l’ha determinata.

Afro con il suo elegante formalismo pare dialogare magicamente con Virgilio nel nome dell’uovo come simbolo connettivo e generativo.

Salvatore Emblema riesce a traslare con la tecnica della serigrafia tutta l’intensità della sua ricerca spirituale su tela di iuta.

Lello Esposito è presente con il suo pulcinella trickster generatore e canzonatore di mondi e universi paralleli con quali vive e convive.

Oreste Zevola muove simboli animali e animici come fosse un fumettista in chiave narrante.

Intensissima una serigrafia di Riccardo Dalisi, che bene ci fa riflettere su quanto siano distanti prelati e cardinali dalla santità e beatitudine dei Santi.

Un acquaforte di Giovanni Timpani incanta per le sue dimensioni naturali e per realismo espressionista.

I segni nervosi e il simbolismo mitico e mitologico di Gerardo Di Fiore rimanda al suo profilo di Sculture leggero della gommapiuma.


Un Mimmo Paladino anomalo celebra Edoardo, con una grafica che pare essere da fumettista, distante da come lo si configura artisticamente con i suo segni caratteristici dalla forza evocativa sciamanica popolare.

Sergio Fermaniello non rinuncia alla sua forza grafica che sintetizza la nostra protostoria e il nostro presente con il suo linguaggio archetipo simbolico.

Vivace nel tono e nel ritmo Bruno Donzelli che gioca remixando (canzonandoli?) maestri dell’arte contemporanea.

Il folle gesto dell’artista è la meraviglia dell’indagare l’essenza del nostro mistero preservandola con la memoria che il linguaggio simbolico dell’arte conserverà verso il nostro futuro!
Domenico Di Caterino è artista contemporaneo, noto per l'approccio eclettico e la sua ricerca stilistica fusione di tradizione e innovazione.
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