Non vedi Gianneli con i visori!
- Pianeta Verde
- 6 apr
- Tempo di lettura: 2 min
9 Marzo 2025

Sono stato a Firenze, a prendere visione diretta della discussa esposizione pubblica delle Sculture di Emanuele Gianneli:
mi ha mosso la profonda convinzione che la questione non esistesse, se non inquadrata in una funzionalità meramente legata al visibilismo tra addetti al lavori.

Ho conosciuto da vicino il modo di generare e determinare informazione da parte di certe testate specializzate d’arte e non mi pare puramente “scientifico”, se non nel fare riferimento a certi addetti ai lavori e figure che giustifichino un plus valore artistico economico di qualcosa che sia o meno arte tutto da verificare nel tempo, mi pare gratuita anche la strumentalizzazione di Marco Lodola nel suo rivendicare l’invasività dell’opera di Gianneli.

Peccato originario di Gianneli, non avere in portfolio una mostra in un Museo internazionale e un importante critico alle spalle, cosa che da prospettive come la mia, parrebbero invece determinare un valore aggiunto.
Giornalisticamente la questione rischia di creare un caso politico, pensate a Jorit, Jago, Manu Invisible, il Pulcinella di Gaetano Pesce a Napoli e a quanto scalpore mediatico locale creò il progetto Accademia Nuragica nell’isola dove sono stato auto confinato e disciplinato per decenni (utilizzato e. strumentalizzato politicamente da maggioranza e opposizione a Capoterra).

La questione è chi deve attestare l’artisticità di un’opera?

Il mercato con i suoi investimenti fluttuanti o chi ha la la responsabiltà di gestire la cosa pubblica?
Cosa dovrebbe fare un Assessore o chi per lui se non ottimizzare le risorse e assumersi le responsabilità di ciò che fa verso la sua comunità?
Cosa c’entra una testata come Artribune in tutto questo se non nulla?
La questione giornalistica non esiste, e non comprendo perché i giganti che guardano con i visori il cielo e non le bellezze artistiche di Firenze siano da demonizzare, in fondo in quanti viviamo come loro, allontanati dalla percezione e dal sentire la propria natura?

Cosa c’entra la scultura di Lodola?
Neanche la guardano, la ignorano, per loro esiste solo il virtuale che propone il visore, osservano una natura che non reale.
Lodola c’è rimasto male?
Tonelli, direttore di Artribune, dichiara che non passerà più per San Lorenzo e alle spalle del Duomo?

Per quello che può valere, trovo un valore aggiunto che di questi lavori ne rispondano solo l’artista e e la Regione, e in fondo di cosa stiamo parlando dal momento che queste opere resteranno soltanto altri due mesi?

Restando a Firenze, ho anche visitato la collettiva CTRL+ALT+CANC, 7–14 marzo 2025, nella Sala ex Leopoldine, Piazza Torquato Tasso n° 7.
Poche le cose che ho trovato interessanti, su tutto l’installazione plastica di Valerio Rimoldi, con una relazione diretta tra la finestra, il sogno e l’altrove.

Concept interessante anche quello di Emanuele Resce, “Lucid dream” è un ipercubo cosmico dove ci sono sogno e realtà in tutta la loro fusione e confusione, siamo immersi in un insieme di convenzioni e costrizioni culturali che determinano un sistema di credenze, possiamo evadere soltanto attraverso l’utilizzo della mente, che consente di plasmare il destino e visualizzare l’infinito oltre i limiti di una realtà costruita per noi.

Domenico Di Caterino è artista contemporaneo, noto per l'approccio eclettico e la sua ricerca stilistica fusione di tradizione e innovazione.
Comments