In cerca dell’insolito da Solito (S2): Lindsay Merril!
- Pianeta Verde
- 6 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Arte - 17 Gennaio 2025

Nello spazio espositivo Solito S2, è approdato il lavoro di Lindsay Merril, artista classe 1987 che vive e lavora tra Philadelphia e il West Virginia, quanto abbiamo amato nella seconda metà del secolo scorso la pittura nord Americana?
“Non sarò mai capace di fare nulla se non lo faccio con disciplina; qualsiasi cosa io faccia, se sono in vena, può essere una distrazione piacevole, ma io non diventerò mai un maestro in quell’arte”. (Erich Fromm, L’arte di amare, 1956)

Seppur in un contesto di guerra fredda culturale pareva svecchiare e svecchiarci, ampliare la visione e la percezione prospettica: tra Edward Hopper e Renato Guttuso, quella di Guttuso era Accademia mediterranea, quella di Hopper era la focalizzazione di un tempo che ancora oggi ci vede sempre più soli dinanzi al senso di noi stessi, dove solo mass media e media integrati ci configurano come un riflesso dell’altro, ingannando i nostri neuroni a specchio e illudendoci che si viva una dimensione in comune.

“Movin Targets” il titolo della mostra, “Obiettivi in movimento” chiaro riferimento alla fotografia in un mondo dove tutti con i nostri smartphone, siamo armati di obiettivi e con essi ci muoviamo.
Cosa dovrebbe fare l’arte?
Ampliare la percezione della mente, renderci coscienti e consapevoli non di ciò che sappiamo e vediamo, ma di ciò che ignoriamo.
Se l’arte non va oltre l’immagine e la tecnica, se si riduce a inseguire la fotografia o peggio ancora la risoluzione digitale, nel nome di quella erronea traiettoria della storia dell’arte contemporanea che dall’Impressionismo passa per la pop art e l’iperrealismo in cosa l’artista resta umano?
Nel concorrere con la digitalizzazione media integrata?

Come nello stile espositivo dello spazio Solito 2, le tele sono tutte di piccolo formato, l’artista Made in U.S.A. ha sempre un certo appeal nell’immaginario collettivo, a maggior ragione quando fortemente critica verso la società e la cultura che vive (quanto ci piace a noi Europei di sinistra).
Coltivo da tempo la convinzione che l’arte non debba e non possa essere geolocalizzata o identitaria, l’arte è sempre internazionale, che l’artista sia o meno Statunitense, pensate a Napoli, al suo turismo di massa che interagisce con tre milioni di residenti che sono un una miscela di razze, etnie e culture extra comunitarie.
Nella sua esclusività si tratta di buona pittura, olio su lino e su legno, in questo dialoga con i classici della pittura fuori dal tempo: regge l’urto del confronto con i Maestri della pittura?

Pretendo molto come osservatore, ricerco stimoli, c’è un pezzo in mostra che attrae la mia attenzione, e che nell’intenzione dell’artista dialoga con “La guerra” di Henri Rousseau, è “Shine” un piccolo olio su lino dove una renna di plastica galoppa con sullo sfiondo un scenario di fuoco.
Ho grandissimo rispetto per la pittura che cerca la sua essenza fuori dal tempo, indubbio che si tratti di straordinaria pittura (per quanto espositivamente sacrificata nel piccolo formato).

Curatore della galleria è Vincent Vanden Bogaard, belga, classe 1986, non solo un curatore, ma anche consulente indipendente che ha sviluppato nel tempo una forte conoscenza e visione strategica per le aziende del mercato dell’arte contemporanea.
Visione strategica per le aziende del mercato dell’arte contemporanea, quanto e in che dimensione questo entra in maniera consapevole o meno, nella ricerca e nello studio di un artista contemporaneo?
La risposta non è da demandare a me, che mi muovo nella rotta di direzione di un gusto e di una sensibilità chiaramente soggettiva: ma se l’illusione mass mediatica e media integrata fosse proprio quella di una percezione oggettiva comune dell’arte e dei suoi processi storici e della memoria, dove finirebbero dialettica e didattica dell’arte in ogni dove?
Moving Targets
Lindsay Merrill
Via Santa Maria di Costantinopoli, 53
Piazza Bellini, 59, 80138 Napoli
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